La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
Era il Beccajo rimasto come folgoreggiato: era caduto il fucile di lui, e, cadendo, esplodeva. Gli altri, Làzaro il Guercio e Sergio il Ranza, avèano
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espugnato; pur, questa volta, non era bisogno di pane; era un altro bisogno, non meno forse imperioso, quello di un viso non suo. Chè lui serrava una voglia
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traeva alla spiaggia, fiso ogni sguardo alla rada e ad una balda fregata. Era quella la patria, tanto narrata dai vecchi e tanto dai giòvani udita, la già
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sè stessi, approvàvano a lui. Il tenue suo sagrificio di amore proprio, che gli era, del resto, pagato in tanto favore, salvava il loro; nè la
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cantàvano. Era un inno alla Terra, alla madre comune, che, negli arcani connubii col padre Sole, avèa ridato agli uòmini generosamente il confidàtole seme
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, facèasi angusto al cuor rapidìssimo il seno, e m'imbragiava la gota, e per tè solo il pudore era pena ... E sò, che a mè non parèa di avere occhi bastanti a
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, ma la inermezza sua, la folla delle nemiche armi, e Gualdo era stretto da un'inesprimìbile angoscia. Gualdo, la prima volta in sua vita, si sentiva
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labbra era scoccato il motto, se le mordèvano, quasi a punirle di avere finto un pensiero, e quelli che avèano osato il lazzo, cercàvano
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Come il malèssere avèa guidato all'unione, addusse l'unione al benèssere. E tanto più di concordia era necessità, che, in sulle prime, nell'assoluta
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giòvane snella, dal profilo tagliente e dalla chioma nerìssima, svolazzante, s'era piantata spavalda su di una cassa, e lampeggiando fùlmini neri da' suòi
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piuttosto filaccie a mal nascoste ferite. Benchè comune fosse stato il delitto, si evitàvano, a muta, lo sguardo. Non era ancor l'odio al peccato, ma
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Beccajo arretrò spaventato. - A tè! - fece (e lo appuntava col dito) - A tè? - ripetè, con un guardo che era tutta una storia. Ma, fra i singulti, il
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madre era onorato, ringraziato, baciato da quelli stessi ch'egli tingèa, tu fuggivi chi ti fuggìa, arso di rabbia e di fame ... - Ma spargendo il terrore
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virtù di parola, nè di pennello e neppure di realtà! ... Molte ne avèa Gualdo vedute; era la prima ch'egli sentisse. Perocchè, ora, lo specchio
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era gelo. Giungèa egli, in quel punto, a uno spiano, cinto di audacìssimi abeti. Il raggio lunare vi si versava senza risparmio, e nel pallor di quel